Politica in materia di equivalenza con i paesi terzi

La Commissione europea ha fatto alla fine di luglio un bilancio del suo approccio globale in materia di equivalenza nel settore dei servizi finanziari. Negli ultimi anni il sistema di equivalenza dell’UE è diventato un importante strumento di promozione dell’integrazione dei mercati finanziari globali e della cooperazione con le autorità dei paesi terzi. L’UE valuta il contesto politico generale e la misura in cui i regimi normativi di un determinato paese terzo producono risultati equivalenti a quelli delle proprie norme.

 Le decisioni positive in materia di equivalenza sono misure unilaterali della Commissione che consentono alle autorità dell’UE di fare affidamento sulle norme e sulla vigilanza dei paesi terzi, dando la possibilità ai partecipanti al mercato provenienti da paesi terzi che operano nell’UE di conformarsi ad un unico insieme di norme. La comunicazione dalla fine di luglio illustra anche il modo in cui i recenti aggiornamenti della legislazione UE garantiranno un’efficacia ancora maggiore del codice unico, della vigilanza e del monitoraggio dell’UE, promuovendo nel contempo le attività commerciali transfrontaliere nei mercati globali. La Commissione ha finora adottato oltre 280 decisioni di equivalenza riguardanti oltre 30 paesi.

Inoltre, la comunicazione illustra l’approccio globale e i recenti miglioramenti legislativi dell’UE riguardanti le modalità con cui la Commissione concede l’equivalenza ai paesi terzi. Descrive, altresì, il modo in cui la Commissione e le autorità europee di vigilanza monitorano la situazione in detti paesi dopo l’adozione delle decisioni di equivalenza, per accertarsi che essi continuino a conseguire gli obiettivi UE e a preservare la stabilità finanziaria, la protezione degli investitori, l’integrità del mercato e la parità di condizioni nell’UE.

Il documento della Commissione fornisce anche una panoramica di come le recenti modifiche al diritto dell’Unione abbiano rafforzato il quadro di equivalenza dell’UE, sia in termini di valutazioni iniziali che di monitoraggio ex post, in particolare attraverso il rafforzamento del ruolo delle autorità europee di vigilanza. Queste recenti modifiche legislative, come nel caso dei regolamenti modificati sulle autorità europee di vigilanza, rafforzano il ruolo di dette autorità per quanto riguarda il monitoraggio dei paesi terzi equivalenti.

La Commissione ha adottato alla fine di luglio le decisioni di equivalenza in relazione agli indici di riferimento finanziari amministrati in Australia e Singapore. Tali decisioni riconoscono che gli amministratori di determinati tassi di interesse e indici di riferimento per le valute in Australia e Singapore sono soggetti a requisiti giuridici vincolanti equivalenti ai requisiti UE fissati dal regolamento (UE) 2016/1011 (regolamento sugli indici di riferimento).

Separatamente, la Commissione ha esteso le decisioni di equivalenza esistenti nel settore delle agenzie di rating del credito a Hong-Kong, Giappone, Messico e Stati Uniti. Allo stesso tempo, la Commissione ha per la prima volta abrogato le decisioni esistenti riguardanti Argentina, Australia, Brasile, Canada e Singapore, in quanto tali giurisdizioni non sono più in grado di soddisfare le norme stabilite dal regolamento UE relativo alle agenzie di rating del credito dopo la sua modifica nel 2013. A seguito di discussioni intercorse con la Commissione, detti paesi hanno deciso di non attuare i necessari adeguamenti legislativi tenuto conto della limitata portata delle attività da coprire.

Per maggiori informazioni: Comunicazione del 29.7.2019 sull’equivalenza nel settore dei servizi finanziari